Il turista coscienzioso che si accinga alla visita della Grande Mela si troverà inevitabilmente di fronte a scelte dolorosissime. Fiaccato dal jetlag, in piedi ogni giorno dalle prime ore del mattino, si batterà come un leone per far rientrare nei sei-sette giorni a sua disposizione il più alto numero di edifici, luoghi storici o simbolici, ristoranti, teatri di Broadway o jazz club, quartieri classici o alternativi, visite guidate in bus o in battello, negozi unici o imperdibili, acquisti in proprio o su commissione. Ben sapendo che il vero dilemma si porrà alla fine, e riguarderà i musei.
Tra di essi, tre colossi si profilano puntualmente all'orizzonte come ombre particolarmente lunghe e fosche: il Museum of Modern Art (MOMA), il Guggenheim, il Metropolitan: impegnativi, ma talmente classici e carichi di prestigio e di fama mondiale che non sarebbe di buon gusto rinunciarvi. I numerosi e graditissimi ospiti che ci hanno fatto visita in primavera hanno optato per l'uno o per l'altro; con spiccato spirito di abnegazione li hanno talora visitati al galoppo tutti e tre; in qualche caso non ne hanno visto nessuno, contorcendosi tuttavia nel rimorso le settimane seguenti. Per tutti, il consiglio personale dispensato dall'Imbucato è riassumibile come segue: 1) Il Guggenheim è imperdibile: è un tale prodigioso, intramontabile gioiello architettonico che andrebbe visto anche se non fosse pieno di capolavori, e 2) Il dispendioso MOMA, affogato tra i lugubri grattacieli di Midtown, è evitabile a meno di mostre temporanee irrinunciabili (che sono però frequenti). L'innegabile concentrazione di capolavori al suo interno non riesce a far passare in secondo piano la pretenziosa struttura di recente concezione già inadatta all'assalto di immense folle vocianti, nonché la fastidiosa insistenza su ristoranti di lusso e paccottiglia di design a caro prezzo che ne fanno ai nostri occhi un'icona di museo-supermarket dei tempi moderni.
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MOMA, Architect Y. Taniguchi 2004. BOCCIATO! |
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S. Guggenheim Museum, Architect F. Lloyd Wright, 1959. PROMOSSO! |
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Metropolitan Museum: il Museo-enciclopedia |
3) Per quanto riguarda il
Metropolitan Museum, o Met, la questione si fa più complicata. Nato a fine ottocento con più di un secolo di ritardo rispetto al
Louvre o al
British Museum, il Met ha saputo eguagliarli entrambi in materia di catalogazione enciclopedica di ogni aspetto dell'umana produzione artistica: contiene oggi più di due milioni di opere d'arte che spaziano dagli impressionisti all'arte islamica, dai sarcofagi egiziani agli incunaboli. L'edificio, adagiato lungo il lato orientale di Central park, è di un'imponenza classica e ariosa, la produzione di mostre incessante e di altissima qualità. La visita, in compenso, risulta irrimediabilmente gravosa a meno di dedicarle un'intera giornata a passo lento o di limitarsi a sbocconcellare le collezioni seguendo criteri di non sempre facile definizione.
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Ricostruzione intelligente |
Per questo l'Imbucato vi propone delle
modalità di visita alternative (
da seguire preferibilmente il venerdì o il sabato, quando le porte del museo rimangono aperte ai visitatori fino alle 21). Come
prima tappa, lasciatevi trasportare dalla linea A della Metropolitana sino agli estremi limiti settentrionali di Manhattan, sulla 190ma strada, per visitare il museo dei
Cloisters. Costruito negli anni '30 grazie a una donazione di John Rockfeller Jr., accoglie la collezione di arte medievale del
Metropolitan di cui fa oggi parte integrante (
il biglietto è quindi unico, conservatelo per la visita pomeridiana delle collezioni principali). L'edificio che lo ospita, un'abbazia che ovviamente di medievale ha solo la foggia, e i cinque veri chiostri medievali ricostruiti pezzo a pezzo da questa parte dell'oceano dopo essere stati smontati dall'altra, ne fanno il più anacronistico gioiello nascosto di Manhattan: è stupefacente come questa costruzione eminentemente fittizia restituisca lo stesso senso di pace e di raccoglimento dei luoghi originari. Intorno al museo, il parco a picco sul corso dell'Hudson offre inoltre splendide viste sul fiume, che già si fa bucolico, e sui boschi che lo costeggiano nel lato opposto, le chiatte che lo discendono e il
Washington Bridge in lontananza. Terminata la visita, uscite nel piazzale antistante, dove vi aspetta un
autobus urbano. In poco meno di un'ora (
prezzo della corsa: 2 dollari e 25 centesimi) vi depositerà sulla Quinta Avenue, di fronte all'ingresso dell'edificio principale del
Metropolitan, dopo aver attraversato i quartieri nord-occidentali di Manhattan e avervi offerto uno spaccato sulla popolazione variopinta che li popola:
Washington Heights,
Harlem e il suo cuore pulsante sulla 125ma strada,
Columbia University e il suo bel campus sulla 116ma, e poi progressivamente i quartieri più borghesi lungo il nord di
Central Park e la Quinta Avenue, i musei del
Museum Mile e infine il sontuoso
Metropolitan. Una volta varcatane la soglia, nel tardo pomeriggio, fate come me (e
Paola e
Margherita, turiste a New York in maggio e mie accompagnatrici alla scoperta di questo itinerario,
vedi sotto): precipitatevi in uno dei suoi caffè, il
Petrie Wine Bar, sedetevi al bancone, ordinate un bicchiere di Chardonnay e sorbitelo godendovi il panorama di Central Park attraverso le grandi vetrate. A quel punto sarete pronti per la visita: inebriati dall'alcool, rinuncerete a seguire i noiosi percorsi cronologici ufficiali e saprete sguinzagliarvi per il museo seguendo solo il vostro istinto e i vostri desideri del momento. Scoprirete le sale delle collezioni permanenti affrancate dalle orde di turisti delle ore di punta e come incantate, sconfinerete nelle innumerevoli esposizioni temporanee scegliendo quella che più incuriosisce, vi farete infine sospingere verso l'uscita dai custodi in uniforme, inflessibili tutori degli orari di chiusura. Vi ritroverete sotto le stelle a respirare l'ebbrezza della Quinta Avenue, tra i visitatori che sfollano, le grandi fontane, i carretti degli Hot Dog che si avviano verso i luoghi di raccolta, i taxi gialli che vi sfrecciano davanti, i portieri gallonati dei grandi condomini a salutare i facoltosi inquilini. E probabilmente vi sentirete felici.
Eccovi le mie compagne di avventura e amiche da una vita:
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Paola, nota Grande P., è caratterizzata
da sempre da riccioli, denti e occhiali. Abile nella
facezia e il gioco di parole, si rivela un cuore d'oro
con chiunque sappia penetrare la sua natura diffidente.
In aereo è andata lontano, ma sostiene a fasi alterne
di averne paura. Vive e opera a Roma, ma aspira a un
tetto tutto suo sulle sponde dei mari caldi che l'hanno
vista nascere. Teme il freddo, aspira alla giustizia.
(nella foto, P. fa buon viso al terrore di Delta Airlines)
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Margherita, nota Margherogna, sostiene di essere di Sassari ma parla da sempre come un'annunciatrice della RAI, dove non a caso lavora da anni. Vanta ricordi di bambina in luoghi esotici, e continua, invidiata, a volare Alitalia a prezzi stracciati. Di natura placida, coltiva innumerevoli passioni tra le quali eccelle il jazz in tutte ma proprie tutte le sue accezioni. (nella foto, eccola intenta a coltivare) |
COMMOVIA moltissimo, onorata e divertita ringrazio. Mi picciono molto le descrizioni che ricordano le poesiole per bambini....e concordo con le preferenze espresse sui Musei!
RispondiEliminaSembre tesi fino alla meta
Ps perobruttafortealtrochedenti,piuttosto zannegengivate,pappagorgia,esequellisonoriccioli,involuzionedellaspecie....stodiventandounpezzodaesporreaunmuseoetnografico.
RispondiEliminaGrazie......con il cuore colmo di gratitudine....GRAZIE!!!
RispondiEliminaLa precisione e la ricchezza di dettagli se pur espressi sinteticamente, sono impeccabili, come al solito, soprattutto nella descrizione delle due!
Io: brutta come poche (Ciccio di nonna Papera), non fosse per quello sfondo accattivante che ingentilisce l'insieme e da' un senso preciso!
Il fatto che tu collochi la nostra presenza a ny a giugno anziche' a maggio mi fa pensare a due cose: o che la visita sia stata talmente densa da non averla ancora smaltita, oppure che ti manchiamo moltissimo! :D
Tutto molto gradito....continua continua...
(AAUGURII PAOLAA!!!)