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mercoledì 4 luglio 2012

Salsicce e fuochi d'artificio: Viva l'Indipendenza!

Forse non tutti sanno che il 4 di luglio non è solo il compleanno di mia sorella (auguri, Simona), ma è anche festa nazionale negli Stati Uniti d'America. La ricorrenza è di quelle importanti: il 4 luglio 1776 le tredici Colonie allora rappresentate al Congresso adottarono la Dichiarazione d'Indipendenza dal Regno Unito. L'aveva redatta il futuro terzo Presidente degli Stati Uniti Thomas Jefferson (al centro), con la collaborazione degli altri quattro Padri della Patria parrucconi che lo circondano qua sotto (il quarto da sinistra, John Adams, divenne anche lui Presidente; fu il secondo, dal 1797 al 1801). Da allora ogni 4 luglio gli americani fanno festa. Per lo più in famiglia o tra amici, si ritrovano per un picnic all'aria aperta e cercano di non perdersi i tradizionali fuochi di artificio serali. 
Sherman, Franklin, Jefferson, Adams and Livingstone

La little red firehouse, un angolo
bucolico a cento metri dai quartieri
difficili di Manhattan 
Barbecue e mariachi lungo il fiume
In onore dell'Indipendenza l'Imbucato ha pensato di fare un'eccezione alla sua notoria avversione per ogni tipo di attività motoria inforcando la bicicletta per percorrere verso nord le cinque miglia della pista ciclabile del Riverside Park che scorrono lungo l'Hudson. Da casa al Washington Bridge, che collega  West Harlem, nel nord di Manhattan, al New Jersey dall'altra parte del fiume, è come fare un tuffo nel sud del mondo. Sotto il sole che picchia, migliaia di famiglie di immigrati messicani festeggiano l'Indipendenza di questo pezzetto di America di cui sembrano essersi con fierezza impadroniti, tra gli effluvi di centinaia di barbecue, la musica mariachi sparata al massimo, le forme prosperose delle giovani madri che inseguono nidiate di bambini armati di biciclette e palloncini. La sosta per il nostro frugale picnic al riparo dalle folle, all'ombra del piccolo faro rosso che sino agli anni trenta evitò il naufragio a tanti bastimenti in questa ansa tuttora perigliosa dell'Hudson, è un momento di puro piacere.
Più a sud lungo il fiume, verso Midtown, l'atmosfera si fa più tradizionale, le biondine ossigenate e i loro fidanzati Wasp invariabilmente in camicia a scacchi e bermuda beige prendono il sopravvento, mentre l'attesa diventa febbrile. Manca poco ai colossali fuochi d'artificio sparati dai barconi disseminati lungo il fiume e c'è chi ha preso posto in prima fila da ore, sulle sedie pieghevoli portate da casa, al riparo dal sole sotto gli ombrellini. Quando l'ora scocca, sono in decine di migliaia a essersi assiepati nei lungofiume sul lato occidentale dell'isola di Manhattan per osservare i fuochi d'artificio, immortalarli, sottolineare con sonori "Wow" e salve di applausi gli effetti più spettacolari. Alle dieci di sera è tutto finito, i newyorchesi defluiscono in buon ordine, la festa si chiude come era cominciata: alla buona. La prima potenza militare al mondo sembra preferire salsicce alla brace e fuochi d'artificio alle parate militari, per festeggiare la propria Indipendenza. E se le canzoni patriottiche non possono mancare in simili giornate, ve ne proponiamo una, "America the Beautiful" che Mitt Romney, artatamente commosso, non perde occasione di citare ad ogni raduno politico. Per addolcirvi la pillola, eccovene la versione nobilitata per quanto possibile dalla grande voce di Ray Charles.

2 commenti:

  1. tu in bicicletta???
    Amico sei sempre più bravo a scrivere.

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  2. Dall'alto dei pennoni le stelle meno brillanti e le strisce forse un po' sbiadite guardano a un quattro luglio pieno di incertezze ... Un blog fantastico.

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