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venerdì 20 gennaio 2012

Imbucato alla campagna Repubblicana, South Carolina/2 Noi e l'elefante


Nel giorno più convulso della campagna per le primarie repubblicane in South Carolina, a 24 ore dal voto, i coniugi Gingrich onorano con la loro presenza una meritoria istituzione cittadina, l'ospedale per bambini. Una folla di giornalisti li accoglie, affamata di dichiarazioni e non tanto ben disposta, dopo che il candidato ha annullato senza preavviso un incontro mattutino, previsto da vari gruppi religiosi come oceanico e ridottosi a un miserevole flop in sua assenza. I coniugi incedono come una coppia presidenziale più che candidata, si fanno lentamente largo negli spazi inadeguati tra pazienti e giornalisti, confabulano in maniera inintelligibile con i medici, poi scompaiono per mezz'ora, che i giornalisti ingannano come loro solito, tra lazzi, telefonate e isterico battere su tastiere di computer. E' Callista, la terza e attuale moglie del candidato, a  emergere alfine da dietro le quinte, accompagnata da un individuo mascherato da elefante, che l'ingenuo Imbucato ha pensato inizialmente di poter identificare come lo stesso Gingrich (che in quanto a stazza non avrebbe nulla da invidiare al pachiderma). Il vero Gingrich si tiene in realtà discosto e ammira con tenero sorriso la pantomima che si svolge sotto l'occhio costernato dei giornalisti e delle loro telecamere. Callista, morbidamente assisa tra ignari e disinteressatissimi bambini di vari colori messi a disposizione per la bisogna e fiancheggiata dal finto elefante, si dà a fare a raccontare loro la storia d'America secondo Callista. Per meglio dire, recita loro il libretto, a quanto pare bisognoso di parecchia pubblicità, e di cui lei stessa è autrice, "Sweet land of liberty", disponibile su Amazon a dollari 10.17. http://www.amazon.com/Sweet-Land-Liberty-Callista-Gingrich/dp/1596982926/ref=sr_1_1?s=books&ie=UTF8&qid=1328639625&sr=1-1 Conclusa la loro efficace dimostrazione di come pubblico impegno e interesse privato si mescolerebbero in una eventuale amministrazione Gingrich, i due se ne vanno, silenziosi come erano venuti, tra i giornalisti che smontano le telecamere e scrollano la testa.


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