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martedì 24 gennaio 2012

Primavera senza teste


Bello tornare a New York. Temevo che ad attendermi avrei trovato la mia fredda, bagnata, temutissima nemica invernale, che ancora miracolosamente non è apparsa a New York -inverno mite, dicono- e che ci era stata annunciata dagli addetti della United all'aeroporto di Charleston a giustificare il ritardo di 4 e più ore del loro volo per Newark. Pare invece sia stato il vento forte ad aver rallentato i voli per tutta la giornata. Stamattina al risveglio invece clima primaverile tiepido, passanti in abiti leggeri nell'Upper West Side, anziani dell'ospizio accanto in libera uscita, dog-sitters e gente carica di spesa. Un bel contraltare al cattivo umore del Giornalista. Tanto che con inedito entusiasmo ho inforcato il nostro carrello della spesa in finto stile Burberry's  con l'intento di acquistare quanto necessario per colmare i desolati 700 litri vuoti -da mesi- del frigoriferone. Missione compiuta con impeccabile precisione e larghi sorrisi alla matrona nera alla cassa. Che sensazione strana, pero', nello scoprire che hanno chiuso il negozio Gap all'angolo di Broadway e della 86ma. Un punto di riferimento per il quartiere. Senza avvertire, dall'oggi al domani. Un negozio grande come la Upim di via Dante. Chiuso. Giro d'affari insufficiente? E che ne sarà degli svogliati commessi che si trascinavano all'interno? Chiuso con dei fogli di carta da pacchi sulle vetrine, un annuncio di due righe della direzione, e degli scaricatori messicani che trascinano via gli ultimi manichini nudi e senza testa nell'indifferenza generale.

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