Salutiamolo così, con un pensiero affettuoso alla sua bella famiglia, la vera protagonista di questa sua campagna elettorale così altalenante, a tratti scintillante e alla fine poco fortunata. Dopo avere temporaneamente sospeso la campagna per accorrere al capezzale della sfortunata figlia Bella, gravemente malata e regolarmente usata suo malgrado come argomento della crociata antiabortista e familista che è stata il sale della campagna, Rick ha ora annunciato il ritiro. Appena in tempo per evitare una possibile sconfitta in Pennsylvania, il suo Stato, e dilapidare il patrimonio acquisito di campione incontrastato della destra più reazionaria, bigotta e oscurantista così alla moda nel partito repubblicano odierno. Un patrimonio che Rick spera possa tornare utile a tempo debito. Perché il sogno di Santorum non è certo quello di seguire le orme di Sarah Palin, improvvidamente proiettata sulla ribalta nazionale come candidata ultraconservatrice alla vicepresidenza nel 2008 e poi ripiombata in un oblio appena temperato dalla sue allegre comparsate televisive. No, lui mira a eguagliare il ben più fulgido esempio di Ronald Reagan, candidato radicale inizialmente sconfitto alle primarie dal più moderato Ford nel 1976 e poi impostosi trionfalmente quattro anni dopo, e per due elezioni presidenziali consecutive, fino a diventare l'ineguagliato padre spirituale del partito in epoca moderna. Di strada da fare gliene resta, e di auguri non ci sentiamo di fargliene. Quello che ci preme è augurare alla nidiata di malcapitati bambini Santorum uno sviluppo sano e equilibrato, nei limiti del possibile, lontano dalla telecamere.
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