Paul Ryan |
Di lui so già tutto. Grazie all'assai prestigiosa rivista "New Yorker" e all'assai disastrata società ferroviaria "Long Island Rail Road". Ieri sera, afflitto dalla noia e infastidito dagli stridenti scricchiolii del nostro treno locale che beccheggiava nel buio attraversando lentamente Long Island, sfogliavo le pagine di un recente "New Yorker", la rivista patinata che dagli anni '20 fornisce argomenti di conversazione alle élite progressiste della East Coast sotto forma di articoli curatissimi e di grande pregio che si dipanano su 8-10 pagine fittissime, niente fotografie e qualche caricatura. Quella del per me semisconosciuto Paul Ryan, dai glaciali occhi cerulei e la zazzera nera troppo fitta da attore anni '50, deve avermi ipnotizzato. Al punto da farmi sorbire 8-10 pagine di dettagli tediosi sulla vita e le opere di questo rampante politico repubblicano ossessionato dal pareggio di bilancio e dai tagli alla spesa: dall'infanzia nel nativo Wisconsin alla possibile vicepresidenza.
Paul Ryan |
Smentendo chi si attendeva che avrebbe cercato di rafforzare il proprio scarso appeal presso l’elettorato femminile o ispanico pescando un politico appartenente a una di queste categorie, Romney ha dunque finito per preferire come compagno di avventura una specie di gemello. Paul è un Mitt più giovane, più dinamico, nettamente più a destra, e soprattutto più testa fina, che aiuterà a dare sostanza e credibilità alla “rivoluzione conservatrice” che Romney vagheggia ma che non ha sinora saputo delineare che con qualche slogan ripetitivo e poco efficace. Al tempo stesso, Ryan è un politico assai radicale e controverso, che non contribuirà a fargli guadagnare consensi presso gli elettori indecisi e non schierati: inviso a molti nel suo stesso partito, è per di più esponente di spicco del Congresso, l'istituzione federale più esecrata dagli Americani. Per i democratici, si tratta di una preda meno sfuggente di Romney, su cui sarà più facile sparare le proprie cartucce. È stato del resto Obama, dopo aver vanamente tentato di ammansire l'opposizione nei primi due anni di mandato, che nel 2011 contribuì ad accrescere intorno a Ryan l'aura di giovane guru della nuova destra senza complessi, condannando pubblicamente il suo programma come antisociale e regressivo. Ora, con il beneplacito di Romney, se lo troverà direttamente di fronte come avversario. La battaglia per la Presidenza si svolgerà tra due opposte concezioni del ruolo dello Stato, la protezione sociale e l'intervento pubblico nell'economia. Il suo esito potrebbe avere degli effetti anche dalle nostre parti.
Ed eccoli insieme, Mitt e Paul, alla presentazione ufficiale, che per dovere patriottico si è svolta su una portaerei al suono di musiche hollywoodiane, e durante la quale Romney non ha mancato di impappinarsi, presentando il compagno come "il futuro Presidente degli Stati Uniti". I due apparivano talmente simili che Romney, in un raro moto di spirito, si è affrettato a smentire ogni rapporto di parentela.
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