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martedì 6 marzo 2012

Super Tuesday: dal vostro imbucato speciale a Cleveland, Ohio




Il "Super Tuesday", è la Grande Tenzone che vede sfidarsi i Candidati alle primarie in contemporanea in 10 Stati, dall'Alaska al Tennessee, e che in passato è stata decisiva per la nomination (nel 2008 proprio Romney gettò la spugna dopo il Super Tuesday lasciando strada libera a MacCain). Improbabile che lo sia quest'anno; più probabile che ad emergere siano i soliti mezzi vinti e mezzi vincitori, e che Super Tuesday non sia altro che l'ennesima tappa interlocutoria di una  lunga e faticosa  sfida che minaccia di protrarsi fino all'estate.
Vi basti sapere che Newt Gingrich, sebbene ormai marginalizzato e parzialmente screditato, ci tiene a rimanere in corsa, e mira con ottime possibilità ad aggiudicarsi la Georgia, uno Stato che assegna un alto numero di delegati e che è suo terreno di caccia elettorale. Quanto ai due candidati di punta, si dividerebbero il grosso dei candidati, con una predominanza netta ma non decisiva per  Romney.




L'Imbucato ha seguito la campagna elettorale di Mitt Romney a Cleveland, nel nord dell'Ohio, che fra tutti gli Stati in ballo stasera è il vero terreno di scontro. Grande Stato del mid-west, settimo per popolazione degli Stati Uniti, culla un tempo assai florida dell'accumulazione primitiva del capitale americano nell'800 e oggi anchilosato esponente di quella "cintura della ruggine" (rust belt) di stati del nord-ovest schiantati dalla crisi economica degli anni '70 e dalla globalizzazione, l'Ohio si è oggi in parte riconvertito e continua a produrre quanto il Belgio, ma rimane tra gli Stati più poveri del paese con una forte presenza operaia e alti tassi di disoccupazione. Un terreno poco consono per Mitt, che con la classe operaia ha notoriamente poco a che spartire, e favorevole al meno altero Santorum, che infatti è rimasto a lungo in testa ai sondaggi.  Ma Mitt si è dato da fare con la consueta diligenza e sembra essere riuscito a recuperare. A dire il vero all'Università di Cleveland dove l'abbiamo visto in azione ha faticato non poco a scaldare una folla poco più che catatonica, forse delusa dal mancato arrivo dell'annunciata guest star, il popolare e carismatico governatore repubblicano del New Jersey Chris Christie. E a vedere Mitt annaspare raccontando male le barzellette e perfino spergiurando che lui di fare il politico non ci aveva mai pensato prima dell'avvento del pericoloso Obama, abbiamo quasi rimpianto il discorsetto introduttivo della moglie Ann. Che sarà un'anonima borghese sfigurata dal botox, ma ha una grazia e una spigliatezza che il marito si sogna. Specie ora che le sue già scarse doti in materia di naturalezza e calore umano sono ulteriormente compresse dalla presenza di un considerevole numero di gorilla messi a disposizione dai servizi segreti che vegliano su di lui e scoraggiano i bagni di folla (li si vede nella foto sopra a presidiare i lati del palco). Buona fortuna dunque a Mitt, a cui non sfuggono le statistiche: nessun candidato repubblicano che non abbia vinto l'Ohio è stato mai eletto Presidente degli Stati Uniti. 
    
24 ore a Cleveland


L'albergo
Il ristorante
Più che Romney, a impressionare l'Imbucato è stata proprio Cleveland, città più rappresentativa e specchio fedele della storia industriale dell'Ohio. Vale a dire che a vederla oggi equivale a un ammasso di archeologia industriale arrugginita e in disuso che si alterna a case di abitazione sbarrate lungo la riva del lago Erie. La città è anche bagnata da un fiume, il Cuyahoga, impronunciabile ma ben noto per aver preso fuoco varie volte, tale era la concentrazione di idrocarburi nelle sue acque. 
Un inferno? Sebbene sia difficile sognare di viverci, la risposta dell'Imbucato è un chiaro no. Negli anni '20 Cleveland era la quinta città degli Stati Uniti e tra le più ricche, diede i natali a John Rockfeller che vi fondò la Standard Oil, e qui venne prodotta la prima automobile del paese. Lo tsunami della crisi economica ha spazzato via molto di quel ricco passato, ma al suo recedere tanti edifici di pregio sono rimasti quasi intatti, sebbene a dominare un mare di rovine. E molto è stato fatto in anni recenti, con un partenariato pubblico-privato, per rivitalizzare e dare nuovo impulso economico ai quartieri centrali della città. Il risultato? Il nostro albergo, un centinaio di dollari a notte, fu costruito negli anni '20  come impianto ginnico di undici piani per l'associazione industriali della città:  uno spettacolare edificio art-déco nel cuore della zona universitaria, anch'essa rimessa a nuovo, in un compenetrarsi di edifici d'epoca in disuso o ristrutturati e altri di concezione contemporanea tra cui spicca una bella produzione di Frank Gehry. Tra i suoi tesori, Cleveland vanta una galleria coperta costruita a fine '800 sulla falsariga di quella di Milano, e la Terminal Tower, un grattacielo degli anni '20 che rivaleggia in splendore con i suoi coetanei newyorchesi. L'intero quartiere dei magazzini industriali è stato ristrutturato per far posto a loft e ristoranti di buon livello, in cui si affolla una borghesia provinciale e senza pretese ma a quanto sembra bon vivant. Infine, da segnalare il miglior pasto della stagione, in un ristorante francese di qualità ma abbordabile, servito con professionalità attenta ma rilassata rispetto ai canoni nervosetti e standardizzati di New York. Ah, dimenticavo: Cleveland ha anche una stazione dei bus Greyhound frequentata dai consueti marginali e diseredati ma splendida nella sua intatta struttura art-déco. Se vi ho convinto, vi aspetto a Ferragosto sulle rive del Lago Erie, a sorseggiare una birra locale 'Great Lake' direttamente dalla bottiglia secondo il costume americano e a rimirare al tramonto le rovine arrugginite di un commovente passato industriale. Sperando che il fiume dal nome impronunciabile non prenda di nuovo fuoco. 
La stazione
La terminal tower e il lago inquinato



5 commenti:

  1. Mi sono letta questo articolo comodamente seduta sull'autobus, o pulman come diciamo noi, e mi sono ricordata di una mostra che ho visto di recente al Maxxi, su un concorso di architettura per il recupero di quartieri operai in disfacimento, ex fabbriche e non-luoghi. Cleveland nelle mani di quei fantasiosi architetti potrebbe ridiventare un gioiellino. Adesso glielo dico!

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  2. ma che ferragosto, dopo questo post veniamo a Pasqua, se non prima! Cleveland, "the mistake on the lake"! (come dicono da quelle parti)

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  3. Risposte
    1. mi piace molto il fiume infuocato perche' ci trovi il pesce già grigliato

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