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mercoledì 21 marzo 2012

Provate Spotify! (un pretesto per riconciliarmi con Lucio Dalla)


La nuova diavoleria per IPhone si chiama Spotify, che per una volta è un prodotto tecnologico nato in Europa, nel 2008, dalle menti di informatici svedesi. Disponibile da poco più di sei mesi negli Stati Uniti, il sistema consente agli utenti registrati di accedere via Internet in qualunque momento a un archivio musicale di 15 milioni di canzoni e di ascoltarle quasi gratis e quasi senza limiti, senza necessità di scaricarle o di acquistarle. Un'immenso repertorio discografico sempre disponibile a patto di disporre di un accesso Internet. Un sogno per l'Imbucato, che non è mai stato posseduto dal feticismo del CD, che di musica non ne ascolta mai fuori casa (nella metro o in autobus è tanto più interessante ascoltare le conversazioni altrui che scaldarsi i preziosi padiglioni con le insopportabili cuffiette), e che è ormai notoriamente IPhone-dipendente.


La scoperta di Spotify è stata l'occasione nei giorni scorsi per riascoltare il miglior repertorio di Lucio Dalla, quello degli anni '70 e primi '80. Lucio Dalla: seppellito due settimane fa nel tripudio dell'incenso e lo strascico delle polemiche. In molti -Imbucato compreso- si sono sentiti traditi da un gay che anziché dichiararsi davvero ha preferito trincerarsi dietro il personaggio di etereo angioletto asessuato parruccato e ammiratore delle gerarchie ecclesiastiche anziché sfidare, forte della sua popolarità, le arretratezze della società italiana.  Con l'aiuto di Spotify ho passato in rassegna il Dalla di quegli anni, che aveva saputo cantare con poesia e sensibilità le vicende quotidiane, i rapporti sentimentali, e con ispirata sfrontatezza per l'epoca la carnalità e il sesso.  E ho scoperto che canzoni come "Quale allegria", "Futura", "Cara", "Come è profondo il mare", "Disperato erotico stomp" e tante altre mi commuovono oggi come quand'ero adolescente e guardavo il mondo dalla mia cameretta con vista sui palazzi, gli stagni, il mare e i monti in fondo in fondo. Così, la riconoscenza che gli devo come artista per le tante emozioni che mi ha regalato ha finito per avere il sopravvento, inducendomi a maggiore indulgenza rispetto alle sue ambiguità sul piano privato. Provate dunque Spotify, per lenire ogni vostro patimento dell'anima. È garantito dagli informatici svedesi, e quasi gratis.

Come accedere a Spotify

Spotify fornisce un servizio gratuito da computer, e al prezzo di 10 dollari al mese da smartphone. Nel primo caso, vi impone delle interruzioni pubblicitarie e dei tetti mensili di accesso, nel secondo l'accesso è senza limiti e senza pubblicità; in entrambi i casi potrete creare i vostri elenchi di brani preferiti. Basta collegarsi, scaricare l'application e creare il proprio conto (ahimè, attraverso il proprio conto Facebook). Al momento Spotify non è disponibile in Italia. Ma niente paura: l'Imbucato ha scovato su Internet un modo per aggirare l'ostacolo che dovrebbe consentirvi di utilizarlo ugualmente. Cliccate qui e fateci sapere se funziona. 

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