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lunedì 12 marzo 2012

Spring ahead!

Tarallucci e Vino, 83rd and Columbus
Questo week end abbiamo adottato l'orario estivo (spring ahead, come lo chiamano con la consueta espressiva precisione gli americani) e la primavera è arrivata come d'incanto, con un po' d'anticipo rispetto al calendario e all'Europa. Le temperature sfiorano i 20 gradi, la gente se ne va in giro in camicia e i ristoranti hanno messo fuori i tavolini (l'Imbucato scrive dalla terrazza di Tarallucci e Vino, il caffè/snack bar italiano che predilige nell'Upper West Side).
Central Park ha cambiato volto all'improvviso: tra gli alberi ancora nudi ma che si coprono di spunzoni verdognoli che esperti botanici definirebbero, credo, germogli, è tutta un'esplosione di joggers a torso nudo (hanno dovuto pazientare tutto l'inverno, bisogna capirli), turisti inebriati che fotografano le foche dello zoo, bambini scarrozzati da balie di provenienza esotica, e grappoli di cani di ogni foggia che trascinano dog-walkers, una delle nuove professioni in voga. L'Imbucato, che più che la primavera in sé assapora lo scampato pericolo di un inverno che è passato in punta di piedi e dovrebbe (il condizionale è d'obbligo) ormai averci voltato le spalle, festeggia l'evento con due deliziosi hot dog acquistati in uno dei carrettini colorati disseminati ai confini del parco e gestiti per lo più da Pachistani. Ketchup, niente senape, e vista spettacolare sul reservoir.













E nell'augurare buona primavera a tutti, il pensiero va anche a quelli che la primavera non la tollerano. Perché allergici ai pollini o perché le rimproverano quel senso di sonnolenza indolente a cui spesso induce, quella malinconia che coglie quando le lunghe giornate dal tempo tiepido ma ancora precariamente instabile si avviano alla fine lasciando un senso di fragile incompiutezza. A costoro dedichiamo un pezzo del commediografo Noel Coward, significativamente intitolato "I hate spring", interpretato da Justin Bond, che abbiamo visto l'altra sera dal vivo. Bond è un artista transessuale idolatrato dalla comunità gay di New York che ci ha affascinato con due ore ininterrotte di canzoni e riflessioni satiriche. Sarà la sua intelligente irriverenza, o anche il fascino rétro dei tavolini a contatto di palco del teatro/cabaret Joe's Pub in cui si è esibito ma alla fine ci siamo scoperti a sgomitare per farci autografare la biografia che ha appena pubblicato. Letture di primavera...


The hot dog Index

I patiti di economia, e so che siete in tanti, sappiano che il prezzo dell'hot dog del pachistano per strada a New York era di due dollari il 12 marzo 2012. L'imbucato ha ingurgitato dozzine di hot dog quando era studente a Washington -più per ristrettezze economiche che per passione per la carne di cane. Pagava quegli hot dog, fino alla data indicativa di marzo 1995 oltre la quale ha rifiutato di sentirne anche l'odore, un dollaro. Un aumento del 100% in 17 anni. Ai patiti di economia lasceremo il compito di calcolare se tale aumento è linea con il tasso di inflazione negli Stati Uniti. 

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