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sabato 31 marzo 2012

Una giornata a Brooklyn, how sweet it is!

Di Brooklyn, la nostra Manhattan allo specchio, abbiamo già parlato. E ora, tanto per rincarare la dose, eccovi qualche proposta aggiuntiva per passarci una dolce giornata, in ottemperanza con i dettami delle pubbliche autorità.

Ore 16, Carrol Gardens:
Passeggiata a Carrol Gardens,  uno dei quartieri storici di Brooklyn in cui la comunità iniziale di immigrati italo-americani ha fatto posto a un più variegato gruppo di espatriati agiati, tra cui spiccano i francesi che mandano i bambini alla vicina scuola francofona. Case a tre piani tardo-ottocentesche in mattoni rossi, giardini antistanti e parchi pubblici, ristoranti e caffè accoglienti e tirati a lucido: il sogno di chi ha bambini e vuole potersi permettere qualcosa di più che a Manhattan.

Ore 18, Brooklyn Heights, aperitivo con vista:
Ogni turista che si rispetti conosce la passeggiata di Brooklyn Heights, che a picco sull'East River offre accoglienti panchine e una vista sul sud di Manhattan talmente mozzafiato da compensare le fatiche dell'attraversamento del ponte di Brooklyn. Ma forse non tutti si soffermano a osservare, alle spalle della passeggiata, il quartiere di Brooklyn Heights. Antico buen retiro delle classi agiate newyorchesi in cerca di quiete a pochi minuti di battello a vapore da Manhattan (prima che arrivasse il ponte), Brooklyn Heights ha offerto asilo, tra gli altri, a scrittori del calibro di Walt Whitman, Truman Capote e Arthur Miller, oltre naturalmente al reporter Clark Kent. Ed è passeggiando tra i fantasmi, nello splendore delle case del primo ottocento, dei languidi viali che le separano l'una dall'altra e tra gli alberi carichi delle prime fioriture, che a valle, a pochi metri dal fiume, abbiamo scoperto la vera chicca del quartiere: Ignazio's Pizzeria (da non confondersi con l'antica e più nota Grimaldi's, a un tiro di schioppo, presso la quale i turisti fanno la fila per ore). Un palazzotto insulso appena rinfrescato ai piedi dei giganteschi piloni e alle spalle del celebrato River Café (100 dollari per cena senza contare il vino) e l'adiacente deposito dei camion della nettezza urbana. Dieci vetrate d'angolo a disposizione per ammirare uno dei panorami più belli del mondo al prezzo di una birra italiana. E a giudicare dall'aspetto e dai commenti on line dei clienti, le pizze, in stile newyorchese, alte e croccanti, tagliate a spicchi e servite sul classico vassoio di alluminio con il piedistallo, non devono essere per niente disprezzabili. 

Ore 20,  uno spettacolo a Brooklyn.Questa la sapete già. A teatro, a Brooklyn, si va al BAM.

Ore 23, cena a Williamsburg:
Per cena, puntiamo su Williamsburg, uno dei quartieri più giovanili e vitali di tutta New York, per assaporare il meglio della cucina etnica. Sarda. Andiamo da DOC, il locale aperto dal lontano cugino nuorese della nostra amica sardo-romana che vive e opera a Bruxelles e di cui taceremo il nome per rispetto della privacy, ma le cui sembianze avrete già appreso a riconoscere nelle pagine di questo blog (un po' più in alto la vedete seduta da Ignazio's). DOC è un apprezzato wine-bar sardo in tutto salvo nel nome: propone malloreddus, cinghiale in umido, pane pistokku e vini dell'isola in un décor che lo fa assomigliare alla sede locale di Su Gologone, Oliena. Buono, accogliente e aperto fino a tardi, unico neo un cameriere poco allegro; un sardo plausibile, quindi, ma che tale non è: è di Gaeta.

Ore 2, le vibrazioni della Linea L:
Ritorno con la linea L della metro: da Williamsburg, Brooklyn, a West Manhattan in poche fermate e tanta animazione: alle 2 del mattino l'atmosfera nella stazione di Bedford Avenue trasuda adrenalina e entusiasmo giovanile in modo quasi caricaturale: centinaia di giovani multicolori in tutti i sensi riempiono il marciapiede e si riversano nei vagoni; ridono e si danno pacche, fanno mosse sgangherate, si sorridono, si baciano o socchiudono gli occhi assaporando il riposo in una sorta di attivismo armonico positivo orchestrato da Sam Mendes per un prossimo musical di Broadway sulla gioventù felice. Manca solo chi tiri fuori la musica e attacchi con la danza. Un'atmosfera del genere è bella anche solo da guardare; anche se, questa volta per ragioni ahimè puramente anagrafiche,  ci si sente più Imbucati del solito... 

2 commenti:

  1. Caro Imbucato, noi assidui lettori (mi prendo la liberta' di parlare a nome di tutti) del tuo fantastico blog ti siamo grati per le meravigliose e variegate suggestioni che ci regali ogni giorno e che, sommandosi, non fanno che arricchire un immaginario itinerario newyorkese che raggiunge quindi vette inimmaginabili. L'unico inconveniente per te, caro Imbucato, potrebbe essere una tendenza dell'ospite di turno a prolungare il proprio soggiorno sine die, non so se mi spiego. Pero' in fondo potremmo soffermarci anche sull' arricchimento umano ed affettivo che ricaverai dai numerosi ospiti che popoleranno le tue future giornate............
    Ecco, mi pare di aver scritto l'essenziale. E per chiudere un urlo sardo del tipo "a si biri ghizzu" ci sta proprio bene!

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    1. Cara Elicrisa, grazie molte. E l'Imbucato ti aspetta a braccia aperte...

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