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giovedì 8 marzo 2012

I seminari dell'Imbucato e l'immagine dell'Europa

La locandina del seminario. Ogni riferimento a persone reali o istituzioni esistenti è puramente casuale

La faccia dell'Europa...

L'Imbucato ce l'ha fatta! È penetrato nel sancta santorum della Prestigiosa Università dell'Upper West Side, e nella sede neogotica del Middle East Institute appena fuori dal Prestigioso Campus centrale ha fatto un seminario sulla Turchia e l'Unione europea.

La sede neogotica
Già, l'Unione europea: questa  bistrattata semisconosciuta. A scorrere la lista degli insegnamenti della Prestigiosa Università, il termine 'unione' non appare, mentre il termine 'europeo' identifica uno degli istituti, i cui insegnamenti spaziano da 'realismo nella letteratura tedesca' a 'greco elementare: Omero' o 'ucraino avanzato'. Nulla di successivo alla seconda guerra mondiale (o forse sì : 'modernità sessuale europea'?) e nulla di attinente all'Unione europea. "L'Europa non tira", scuote la testa uno dei direttori della scuola di relazioni internazionali, che offre uno stiracchiato "politica economica dell'integrazione europea" (7 studenti questo semestre) e il più popolare "crisi del sistema bancario europeo". Quella sì che tira, in America, con le prime pagine dei giornali a concentrarsi sulla Grecia e gli altri 'PIIGS' e a preannunciare, in uno di quegli scenari-catastrofe tanto cari ai verbosi quotidiani d'élite americani, la fine imminente dell'Unione europea. Una catastrofe forse relativa, tuttavia, poiché pochi Americani hanno una seppur vaga idea di cosa sia l'Unione. Non vi dico le contorsioni dell'Imbucato per spiegare a eventuali interlocutori la propria provenienza e professione:  funzionario, Unione europea, Bruxelles, Belgio, italiano. Di norma colgono l'ultima, Italia, e iniziano a parlare di crisi economica o di  delicious food. Per evitare il tormento di spiegare cosa sia l'European External Action Service alla Prestigiosa l'hanno fatta breve e sul volantino hanno scritto 'EU Foreign Service'. E non si può contare sulla campagna elettorale repubblicana per fare chiarezza. Il tema dell'Europa come partner transatlantico, per esempio, non figura nel dibattito sulla politica estera - o è forse semplicemente dato per scontato. In compenso l'Europa è ben presente in quello sulla politica interna, in chiave di spauracchio negativo. La recente uscita di Santorum sull'Olanda è forse da derubricare a semplice aneddoto: il Candidato se l'è presa con una presunta eugenetica di Stato in Olanda  asserendo con estrema serietà che i vecchi e i malati scappano all'estero per evitare di finire in ospedale, dove se incurabili verrebbero automaticamente soppressi  (per saperne di più cliccate qui, e grazie a Ivo per la segnalazione). Più seriamente, uno degli argomenti prediletti e martellati dai repubblicani, il "moderato" Romney in primis, a ogni comizio, è che Obama voglia svendere il paese al fallimentare modello europeo di interventismo statale e protezione sociale, con l'intento deliberato di annacquare quello liberista a prevalenza privata che ha fatto grande l'America. E se di certo si tratta di propaganda elettoralistica, al sentire gli applausi scosciare immancabili viene da dirsi che l'immagine dell'Europa in America non se la passa troppo bene.

Tutto questo per dire che  il seminario sulla Turchia e l'Europa miracolosamente non è andato deserto nonostante i terrori della vigilia (il programma di seminari è nutrito, non tutti vanno esauriti, e per di più come già sappiamo l'Unione Europea non tira, ammonivano gli organizzatori, gettando nel panico il malcapitato Imbucato già intimidito dal debutto in cotanto paludato ambiente accademico). Invece il seminario ha richiamato una quarantina di attenti partecipanti  tra studenti e docenti, peraltro in pieno periodo di pre-esami. Che hanno dimostrato un grande interesse e una certa conoscenza dei meccanismi di funzionamento del'Unione. A fare numero, c'era anche il consueto nucleo di pensionati, come a tutti i seminari che si rispettano da queste parti. Richiamati forse dalla presenza di biscotti e caffè si trascinano, talora penosamente, sino alle aule dalle loro case dell'Upper West Side; quelli fra loro che rimangono coscienti seguono, prendono appunti e spesso formulano domande non sempre intellegibili, per poi unirsi all'applauso finale, che non è mancato anche stavolta. L'imbucato, rinfrancato da tanto successo, cercherà di ripetersi nei prossimi mesi.

... E la faccia dell'Imbucato


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