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mercoledì 23 maggio 2012

Con i piedi per terra. Pensierini sul jet lag e come combatterlo

Prima di stabilirmici a novembre 2011 i soggiorni a New York erano regolari ma brevi - di una settimana o poco più- e breve il tempo per assorbire il cambiamento di fuso orario, che si dice richieda un giorno per ogni ora di differenza (sei, nel caso di New York). Per ingannare la natura e giustificare a me stesso un ritmo che si faceva sempre meno sopportabile, decantavo la mia sedicente impermeabilità al jet lag, mentre cercavo di compensare la carenza di sonno con qualche pilloletta per dormire e molta iperattività. Dei ritorni a lavoro, direttamente dall'aeroporto in mattinata per risparmiare sui giorni di ferie dopo una breve notte insonne in classe economica, serbo un ricordo angosciante. Ancora mi risuonano in testa le voci di colleghi che la stanchezza deformava, le cui semplici domande mi martellavano il cervello come incomprensibili paradigmi. Da novembre tutto è cambiato, non ho più colleghi da deformare, svolgo duttili attività da Imbucato e posso permettermi di non combattere il jet lag. Lo assecondo, piuttosto, lasciandomi vincere dal sonno quando questo chiama, sprofondando subitaneamente nell'incoscienza e riemergendone all'alba, riducendo l'attività fino ad avere una volta per tutte la meglio sulla stanchezza. Questo per giustificare il fatto che da tre giorni giaccio acciambellato sul divano. Sfoglio i numeri arretrati di Time e del New York Magazine che si sono accumulati, apprendo con viva soddisfazione le cattive notizie sulla quotazione in Borsa di Facebook (vedi accanto), architetto i post a venire. Accanto a me, il Giornalista dedica le sue attenzioni a una moglie di uno dei figli Kennedy che si è tolta la vita rinfocolando le voci di una presunta maledizione dinastica. E mentre gli occhi si socchiudono, penso che a volte non è poi così male essere a casa con i piedi per terra.

Negli Stati Uniti non mancano i prodotti per incoraggiare il sonno quando necessario e cercare di ristabilire rapidamente il ritmo naturale. Le pasticchette celesti dal grazioso nome "Simply sleep" sono un prodotto da banco nelle farmacie/supermercato americane e, a giudicare dal loro subitaneo e drastico effetto, in Europa sarebbero vendute solo su ricetta di un primario anestesista. Ma è la rivoluzionaria acqua soporifera a suscitare l'entusiasmo dell'Imbucato. Inodore, incolore e insapore, è in vendita nelle edicole/bazar del JFK e può essere aggiunta al the di vostra suocera oppure consumata dopo il pasto del volo di ritorno verso l'Europa. Pratica ed efficace con un tocco di magia: provate l'acqua soporifera per i vostri jet lag!

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