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venerdì 25 maggio 2012

USA e Belgio/2: Come ti faccio sposare i gay



Barack
Tirato per i capelli da un'improvvida dichiarazione del Vice Presidente Biden -peraltro uso a un certo eccesso di spontaneità- in favore del matrimonio gay, Barack Obama ha dovuto rapidamente correre ai ripari. Trovata una giornalista di turno ha annunciato pubblicamente il completamento dell'evoluzione del suo pensiero in materia come segue: "A un certo punto sono arrivato alla conclusione che per me, personalmente, è importante per me procedere, e affermare che io penso che le coppie dello stesso sesso dovrebbero potersi sposare". Contenuto buono, svolgimento farraginoso: si direbbe una frase pronunciata  sui carboni ardenti, che se è valsa al Presidente un'accoglienza comunque entusiasta delle associazioni LGBT (Lesbian, Gay, Bisexual, Transgender), si è attirata le critiche di coloro che vedono Obama sempre un po' troppo timorato. Per il momento il Presidente si limita a a sostere a titolo personale il principio del matrimonio, e rimette la sua accettazione e eventuale regolamentazione giuridica all'evoluzione sociale e legislativa dei singoli Stati. Quest'ultima sarà lenta, in un paese in cui il tema ancora divide e provoca levate di scudi e iniziative legislative contrarie da parte di una destra religiosa minoritaria ma agguerrita, che si oppone a un'opinione pubblica sempre più nettamente a favore (53% contro 39 secondo un sondaggio recente).
Elio

Se l'innegabile valore storico della dichiarazione di Obama ha indotto Newsweek a incoronarlo 'primo Presidente gay', sul piano tecnico questo non è propriamente esatto. L'unico paese con l'Islanda in cui il titolare del potere esecutivo è apertamente gay è proprio il Belgio. Elio Di Rupo, il Primo Ministro, appartiene al filone fattosi raro di socialista non riformato e non troppo affarista, che dopo l'avvento di Hollande potrebbe tornare di moda in Europa. Di Rupo, che come figlio di immigrati italiani e esponente politico francofono sembra collezionare l'appartenenza a tutte le minoranze possibili nel suo paese, non ha mai nascosto la sua omosessualità e l'ha anzi affermata con orgoglio e rabbia quando, accusato a torto per una storia di pedofilia, gli venne rinfacciata. E comunque non sembra poter nuocere alla sua carriera in un paese come il Belgio, dove i gay sono tutelati legalmente e dove leggi in vigore da diversi anni e approvate senza soverchie divisioni o polemiche consentono alle coppie gay il matrimonio e l'adozione. Di omosessualità si parla sui giornali e in TV, le star televisive fanno coming out e "Télé Moustique", un "Sorrisi e canzoni" appena più intellettuale, la settimana scorsa si chiedeva retoricamente: "Il Belgio paradiso per i gay?". Già, forse il Belgio è un piccolissimo paradiso piovoso, e nei 14 anni in cui ci ho vissuto non me ne sono mai accorto. 

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