Fine estate a New York: l'Imbucato di ritorno ripassa i video della Convenzione nella selva del giardino pensile |
L'Imbucato
è di ritorno dopo una breve vacanza in Europa. Ritrova una New York
affrancatasi dalla cappa di afa che l'attanagliava alla partenza, e
ormai avvolta in una luce obliqua e un languido tepore da fine stagione. E
ritrova l'amata campagna presidenziale, che si è lasciata alle
spalle il caldo torrido e i temporali tropicali delle Convention di
fine agosto per imboccare la fase finale degli ultimi 48 giorni.
Nell'ultimo post avevamo
lasciato Mitt Romney raggiante in un tripudio di palloncini colorati. Lo
ritroviamo venti giorni dopo ad arrancare come mai prima, con sondaggi che già
sembrano condannarlo, afflitto da una sorta di inerzia afasica interrotta soltanto da
ricorrenti, colossali brutte figure. Al punto che la maggior parte dei blogger
politici e degli occhiuti osservatori professionali della campagna gli
stanno già inscenando un funerale anticipato con il rito solenne dovuto al suo
rango. Chi segue questo sito
sa che la sua stella non ha mai davvero brillato. Ma nella seconda metà di agosto,
grazie alla scelta di un Vice-Presidente giovane e volitivo, e con il
perdurare di una situazione a dir poco insoddisfacente sul piano
economico, l'irrimediabilmente poco carismatico Romney era riuscito a sembrare competitivo. I veri guai sono cominciati con lo scadente spettacolo della
Convention, il cui impatto sugli elettori è stato trascurabile, e
comunque inferiore a quello della gemella democratica (a cui l'Imbucato ha
preferito il mare di Sardegna) che si è svolta la settimana successiva. Ugualmente
intrisa di lacrime, inni e buoni sentimenti a uso del pubblico televisivo,
ha tuttavia surclassato quella repubblicana proponendo un po' più di
contenuti o se non altro di passione, un partito solidale e unito intorno al
proprio candidato, e alcuni discorsi ispirati, fra i quali è emerso quello
dell'uomo politico più popolare del paese, Bill Clinton, che gigioneggiando con la
consueta abilità ha saputo efficacemente farsi beffe del programma repubblicano (se avete tempo, godetevi il più grande ex-Presidente vivente, ma sappiate che non ha il dono della sintesi: il discorso dura 50 minuti!).
Obama ne ha tratto beneficio nei sondaggi, e ha cominciato a distanziare il rivale non solo sul piano nazionale, ma soprattutto, e in maniera più marcata, nei 7-8 Stati in cui la battaglia elettorale è più incerta e in cui i risultati saranno decisivi. Fra di essi, Obama si aggiudicherebbe oggi facilmente i principali serbatoi di voti, l'Ohio e la Florida, in cui peraltro la situazione economica comincia ad apparire meno negativa di quanto la dipinga il candidato repubblicano. Al profilarsi di una debacle sempre temuta ma tutt'altro che scontata il nervosismo comincia a serpeggiare nelle fila del partito: le voci di coloro che reclamano un rimpasto nel team che gestisce la campagna si sono fatte più insistenti, mentre molti rimproverano a Romney di non essere sufficientemente incisivo né propositivo e di aver messo un "calzino in bocca" all'aspirante Vice-Presidente Ryan, l'unico che sembrasse essere portatore di proposte concrete per quanto poco popolari, e che ha invece dovuto adeguarsi ai vuoti slogan anti-Obama di cui Romney ha fatto il sale della sua campagna.
Cliccate qui per godervi gli estratti con sottotitoli del video clandestino |
Si tranquillizzino dunque per il momento gli amici in Europa atterriti dalla prospettiva di una vittoria del candidato di destra che minaccerebbe di riportarci ai tempi di W. Bush, lo spauracchio che nessun repubblicano si sogna oggi di evocare ma che è ben presente nella nostra memoria. Ma se almeno per il momento l'ipotesi sembra poco probabile, tenete conto che alle elezioni mancano ancora 48 lunghi giorni...
La strana coppia |
Caro imbucato, anch'io ho seguito incessantemente le due convention e devo dire agli indecisi che, oltre ai contenuti, e' sufficiente buttare un occhio sulle rispettive platee per decidere da che parte stare, senza ombra di dubbio!
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