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lunedì 29 ottobre 2012

Cronache dalla tempesta

Alzatomi non proprio di buon mattino, ho appreso dai giornali on line che il panico si è impadronito di New York: la città è isolata a causa dell'uragano Sandy che si profila minaccioso, i negozi presi d'assalto da cittadini che si preparano a una lunga notte da assediati. Dato una sguardo fuori dalla finestra, ho scoperto che il tempo alla vigilia di un uragano non è dissimile da quello di una normale giornata brussellese. Cielo grigio, pioggerellina sottile, e folate di vento che rovesciano gli ombrelli. Munitomi di quanto necessario per sfidare gli elementi, ho deciso di dare un'occhiata in giro nel quartiere, con il segreto intento di smentire i proclami apocalittici dei mezzi di informazione e tranquillizzare gli amici e parenti che preoccupati dalla situazione chiedono notizie (grazie a tutti, a proposito). Dopotutto, l'Upper West Side è un quartiere 'alto' non solo per reddito medio dei suoi abitanti ma anche perché il fiume scorre in basso, lontano dalle case e non dovrebbe destare preoccupazioni. All'angolo di Broadway mi sorge tuttavia il sospetto che la folla nel Drugstore la pensi diversamente; vi regna l'atmosfera febbrile ma seria e concentrata di chi si mobilita con criteri militari, probabilmente appresi sui banchi di scuola, per garantirsi la sopravvivenza: chi compra cartoni d'acqua, chi pacchi di patatine da due chili. L'assalto dei cittadini preoccupati al supermercato affianco ha dato risultati ancora più spettacolari; a titolo di esempio, eccovi il banco della carne, solitamente ricolmo:

La mia passeggiata quotidiana aveva semplici intenti esplorativi. Ancora a stomaco vuoto e bisognoso tutt'al più di un cornetto, non mi sfiorava nemmeno l'idea di acquistare un chilo di girello e due braciole  di maiale. Ma certo, la consapevolezza di non poterlo fare anche volendo mi ha comunicato un certo senso di inquietudine. Fortuna che tornato a casa e aperta la posta elettronica ho trovato questo messaggio di Barack Obama* :
Riccardo, 
This is a serious storm, but we are going to do what it takes to keep people safe and secure, and make sure the communities affected get the assistance they need. 
(...) Michelle and I are keeping everyone in the affected areas in our thoughts and prayers. Be safe. 
 Barack
Il Presidente veglia su noi (e sulle sue chance di rielezione). È sempre meglio che ricevere un messaggio di Bertolaso, ne converrete. E quando stasera, barricati in casa a mangiar patatine (spero di trovarne ancora un pacco al Drugstore qui sotto), mentre la tempesta si accanirà contro le nostre finestre cercando di ghermirci, il pensiero che Barack e -soprattutto- Michelle ci pensino e preghino per noi ci scalderà il cuore.

*PS. Barack, ma anche Michelle e Joe (il Vicepresidente Biden) mi scrivono di frequente. Conoscono il mio nome (oltre probabilmente ai miei gusti alimentari e sessuali) e mi danno utili consigli, di norma su come finanziare la loro campagna elettorale, agitando in caso contrario lo spettro di una possibile vittoria del più ricco candidato repubblicano. Dopo la campagna forse mi penseranno meno spesso. Sarà dura non ricevere più loro notizie. 

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